13 apr 2009

Criminal Story - Claude Chabrol


Titolo: Criminal Story (La route de Corinthe)
Regista: Claude Chabrol
Attori: Christian Marquand Jean Seberg Maurice Ronet Michel Bouquet Saro Urzi'
Produttore: Ermitage Cinema
Genere: Giallo
Anno di produzione: 1967
Durata: 90

Grecia, ventre molle dell'Europa: la sicurezza dell’occidente è minacciata da degli scatolini elettronici che mettono in crisi il sitema di rilevamento radar della nato.
I servizi segreti americani intervengono con il miglior agente Ford, che viene però subito ucciso. Per equivoci e gelosia dapprima viene ingiustamente accusata la sua giovane compagna e collega Shanny (Jean Seberg). Risolto l'equivoco, una volta uscita di prigione, sarà lei a condurre a termine la brillante e rocambolesca indagine salvando così il nostro mondo.

Attraverso questa trama in un qualche modo classica e scontata, Chabrol ci offre una parodia dissacrante del cinema d’azione e di spie degli anni 60. La sceneggiatura e la regia sono dirompenti, i dialoghi ai limiti dell’assurdo, la psicologia dei personaggi inesistente le azioni ed i colpi di scena si susseguono senza alcuna necessità o legame logico. Tutto questo, condito da una notevole dose di sarcasmo e di humour nero, produce un effetto però piacevole e leggero. Vengono con sistematicità demoliti i clichè dei film di 007, del film d’avventura, della mitica Spectre e della sua S sostituita qui da una K, l'iniziale di un tagliapietre funebre e la sua segheria di marmi contro il mondo.
Un killer damerino, un po ‘greco e un po’ spagnolo, esotico di provincia.
Un Ollio (orfano di Stanlio) killer che si aggira tra i viali del cimitero creando un clima surreale/satirico di citazioni cinematografiche e farsesche; a suggellare il clima parodistico di quest’opera lo stesso Chabrol si concede un’apparizione, a tributare così il grande Hitchcock, nei panni di Alcibiade l’informatore che si vendeva per mille dollari e che verrà inseguito ed ucciso da tre killer travestiti da preti ortodossi. Ancora una caricatura di Onassis impenitente e patetico puttaniere.
Chabrol come si vede non si nega nessuno sfizio in questo film, e lo fa anche grazie alla recitazione stralunata e sopra le righe di una bellissima Jean Seberg che entra ed esce dalle scene del film come in gioco, un po’ eroina bondiana ed un po’ attrice antoniana.

Un unica nota negativa: lo stesso Chabrol ed il suo film cadono vittime in una certa meccanicità e ripetitività dei meccanismi parodistico/satirici che percorrono l'opera dall'inizio alla fine...


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