10 giu 2009

Libera: la mafia a Verona

Mario Giulio Schinaia, procuratore capo di Verona, all’assemblea costituente di Libera Verona, sabato 6 giugno a Villa Buri (Vr).
Di seguito quanto detto all'assemblea costituente dell'associazione antimafia "Libera" dal procuratore Schinaia, in occasione dell'incontro a villa Buri. Di questo non troverete traccia sull'Arena, quindi, visto che il giornalista Vittorio Zambaldo lo ha pubblicato come nota su Facebook, ve lo giro. Grazie a Zambaldo e a quei giornalisti che credono ancora ad un'informazione degna di questo nome.

«La mafia non è quella della lupara e della coppola, ma quella che sta in città come la nostra, dove non si vede, ma se vi presentate con una sacco di soldi che derivano da traffici illeciti per acquistare qualcosa di lecito, state certi che qui l’affare lo fate.
Come magistrato sono imparziale, ma come cittadino ve lo devo dire più con il cuore che con una spalla rotta: in questa città la sicurezza si identifica con le camionette dei militari che fanno la ronda, ma in piazza Viviani in occasione del pestaggio i militari c’erano e se ne sono andati quando hanno visto un casino della Madonna e hanno guardato da un’altra parte. Il poliziotto in più può essere un contributo, ma la vera sicurezza andrebbe fatta altrove controllando ben altri soggetti pericolosi.
Vi sembra normale che un tale Tanzi rovini migliaia di persone e se la cavi con tre anni di reclusione e un marocchino perché ruba una bottiglia di whisky e strattona il titolare del supermercato che cerca di impedirglielo si becchi 5 anni di reclusione perché il suo gesto si configura come rapina e lesioni? Quale dei due intacca di più la sicurezza dei cittadini?
Ci sono fior fiore di professionisti, i migliori, che eludono le norme, ma la vera sicurezza dovrebbe essere che ogni cittadino possa vivere liberamente senza temere di essere vittima di attività illecite che lo danneggino. Certo il problema non si sconfigge con le forze di un’associazione, ma occorre trovare in ogni città occasione per discutere di questo e far leva sulla cultura della nonviolenza in una società che deve imparare che rispettare le regole è bello, non da sciocchi.
Cominciamo a condannare la violenza in maniera unanime, perché a Verona, dopo ogni episodio di violenza c’è sempre qualcuno che obietta: “Poverino era ubriaco, però non era di destra. Però lo fanno anche a Vicenza”. La conseguenza è che c’è sempre qualcuno che giustifica e la conseguenza è che un ragazzo accecato dall’odio, colpisce alle spalle. Non c’è nessuno nella nostra società che sia libero da qualche problema, ma veramente questo non ci mette il cuore in pace: non ci fa riflettere ad esempio che uno possa sparare a tre figli piccoli e alla moglie, evitando di sporcare il divano di casa e poi sparare a se stesso e alla fine noi andare alla ricerca di una giustificazione perché se l’ha fatto qualche motivo deve averlo avuto?
Siamo in una realtà dove funziona tutto benissimo, dove ci sono stupende realtà di volontariato, ma perché questi fatti avvengono? Eleviamo l’attenzione dalla banalità, facciamo tutto quello che è necessario per far crescere la cultura della legalità e della nonviolenza».


Nessun commento: