7 feb 2013

Un cassintegrato e uno no

Nella sostanza le poche righe che seguiranno sono il mini racconto di una conversazione tenutasi un paio di giorni fa. Ho apportato qualche piccola modifica solo per evitare il risconoscimento delle persone reali.

Scale condominiali. Incontro, al rientro con il cane, un vicino di casa, un conoscente, con cui amo scambiare 4 chiacchiere, il tempo, il lavoro etc. Livello di conoscenza comunque superficiale. Chiedo come va'? Mi dice di essere di ritorno dall'ufficio dell'amministratore del condominio. Chiedo "Problemi? Qualche nuova spesa imprevista?" Mi risponde"no" e poi aggiunge, non richiesto, d'essere andato per chiedere di poter ritardare al mese prossimo il pagamento di una rata delle spese, perchè, aggiunge, ha avuto un imprevisto economico ed essendo in cassa integrazione, come impiegato Mondadori a 700 euro al mese, ha parecchie difficoltà. Un po' imbarazzato (non lo sapevo), me ne dispiaccio. Alcune frasi di circostanza da parte mia e da parte sua, e poi il discorso cade sulle prossime elezioni politiche. "Chi si vota? chi non si vota? ma son tutti uguali..." e le altre amenità del caso. Poi, ancora non richiesto, mi dice con il "buon senso del popolo": "alla fine si voterà il meno peggio, come sempre", ne convengo e cerco di sganciarmi - è evidente che mi vuol dire per chi voterà, e di contro io dovrei dire per chi voterò - la par condicio!. Non faccio in tempo e mi confida che sì, è un po' deluso, ma che insomma voterà per Berlusconi perchè in fondo non è colpa sua se le cose vanno male, è che non ha potuto fare quello che voleva, non l'hanno lasciato. A questo punto ho violato la par condicio e con la scusa che mia moglie mi aspettava e avevo fretta ho salutato.




2 commenti:

dario ha detto...

:-) potevi dire la verita', che avresti votato Berlusconi anche tu!

Gap ha detto...

Il meno peggio è solo un punto di vista. In questo caso è il suo datore di lavoro.