13 feb 2014

L'alzata di scudi degli opinion makers contro la deriva istituzionale

Mi rifaccio al post precedente, dopo aver letto le prese di posizione e di distanza dei vari opinion makers nazionali, dei direttori dei giornali, degli influencers della rete, rispetto la crisi politica e del governo in atto e della sua gestione al di fuori dei canali istituzionali. Una vera e propria deriva istituzionale e democratica. Epperò mi vien da notare che gli opinion makers che ora, magari solo per oggi e per domani, si preoccupano e si indignano mi sembrano dei sepolcri imbiancati. Dove hanno vissuto fino ad oggi? Da quanti anni invece di raccontare o commentare i fatti li hanno costruiti a tavolino, con la moda, che è divenuta negli anni vizio, del retroscena politico? Il raccontare i retroscena, il saperne sempre più degli altri, ha dato luogo ad un racconto straniante della realtà, ha dato vita ad un nuovo genere letterario/giornalistico che altro non è che vera e propria fiction, cioè il racconto di una realtà che non esiste, autoreferenziale, un vero e proprio genere di fantasia. Peccato che sappiamo come le parole siano plastica e creino la realtà. Una volta spezzato il legame necessario tra significato e significante e sostituito e imposto arbitrariamente un legame nuovo, la mistificazione e l'alienazione del reale s'è completata ed attuata. I ruoli si sono persi e confusi, oggi chiunque può dire la sua cazzata, da mamma ebe, al vannoni di turno, sino alla starlette di amici, sino al premio nobel che viene parificato alla sora lella che fa la spesa dall'ortolano sotto casa. Una babele di linguaggi e di realtà tutte parziali e tutte e quasi mistificanti. Chi è chi? Chi è qualificato? In questo casino culturale si mischia tutto, tutto viene volgarizzato. Ci troveremo e ci troviamo con idraulici che parlano di meccanica quantistica, fisici che si arrabattano con tubi e guarnizioni di rubinetti, casalinghe che dirigono il ministero dell'economia, economisti che si perdono tra pentole e fornelli pasticciando e mettendo sale al posto dello zucchero e così via. E noi opinione pubblica che invece di chiedere fatti ci siamo fatti raccontare restroscena, sceneggiate e cazzate manco fosse un serial americano di successo? Saremmo da lapidare anche noi, avendo abdicato al ruolo di cittadini per indossare quello comodo e ignavo da sudditi.

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