28 feb 2017

I nuovi trogloditi sociali

Prendo spunto da questa agiografia (link) ad opera di una giornalista di Repubblica, per fare una riflessione su chi siano i nostri vicini di casa, le persone che incontriamo per strada. su dove stia andando questa società, sui modelli culturali importati per ignoranza e anticonformismo conformista.

Letto l'articolo mi son dapprima chiesto dove avessero rinchiuso il povero Banderas, solo con la gallina in cantina a mangiarsi le focaccelle.

L'idea che tutti sappiano fare il mestiere dell'insegnante è affermata ormai da anni e ampiamente diffusa, e questi genitori sono talmente innamorati del proprio ego, talmente razzisti, asociali da non porsi nemmeno la domanda del valore che scuola e anche società debbano avere.

Siamo animali sociali, ognuno diverso dall'altro, ma che si trovano e crescono ed esistono nell'interazione sociale. Immaginare un universo di elite (la nostra, anzi la mia) è spaventoso, crea mostri. 

In una società senza più un verso, una direzione, le patologie mentali rischiano di divenire una forma di esibizionismo esistenziale, una sorta di libertà, un mondo autoreferenziale dove significato e significante sono finalmente sciolti per sempre dal loro legame sociale.

Ognuno per sè. Oggi l'educazione scolastica, domani l'autodiagnosi delle malattie e relative cure (a pensarci è già così, c'è gente che si cura con i fiori di bach, con l'acqua fresca), una propria polizia (magari asserragliati in una cittadina sorvegliata da guardie private che tengono lontani i brutti sporchi e cattivi), e poi una propria giustizia (in casa mia sparo e uccido chi voglio io e voi chi siete per giudicarmi) e  poi una privatizzazione di tutto sino ai sentimenti.

Indietro tutta diceva il bel programma di Arbore.


Bispensiero

Devo assolutamente trovare un corso full immersion di doublethink, il vecchio paradosso orwelliano è divenuto realtà ed è essenziale per poter comunicare, pena l'incomunicabilità che così aspra e non edulcorata dal bispensiero mette paura. Il muro orwelliano al pari di quello degli incubi di Waters si sta veramente chiudendo e una nuova babele ci aspetta.
Sempre meno persone al pari di Winston Smith, ricordano che la verità di ieri era completamente diversa dalla medesima verità di oggi.

La metafisica di Michele Emiliano

"I non Dem mi votino per mandar via Renzi"

Sino a che peto non li dirotti

Sino a che peto non li dirotti verso altri lidi, per i prossimi giorni i gattopardi e i coccodrilli della politica e dell'informazione si dedicheranno sbranandosi alla legge sul testamento biologico, smossi dal sangue dell'ultima delle vittime note: DJ Fabo.

Poi sarà un peto grasso e ricco di umori di salamelle e pessimo lambrusco di un Bersani, o il peto silente e pestilenziale di un D'Alema o la scorreggina anonima e asfittica della Raggi di turno, a richiamare sull'emergenza nazionale del prossimo attimo e a far calare il silenzio sul diritto a non morire come animali.

27 feb 2017

Prigionieri del dolore

Prigionieri di un corpo, di una società violenta che si nasconde dietro un dio.
Lacchè e leccapiedi che decidono il bene e il male, che alzano il ditino da ignoranti e sentenziano sulla vita e il fine vita degli altri.
Rispetto per il dolore e per la dignità dei singoli, libertà vera che non finisca non appena la vittima di turno non abbia più il controllo del proprio corpo e si debba solo succhiare dolore e disperazione. Cosa c'è di più feroce del condannare a vivere in condizioni disperate qualcuno che non vuol più vivere, prigioniero del proprio corpo, del proprio dolore? Cosa c'è di più feroce e più vigliacco?
Solo un clero ignorante e un seguito di bigotti non può non vedere il dolore e la volontà degli altri e aver paura della libertà.
Grazie ai radicali, grazie a Marco Cappato per esserci. Un pensiero a DJ Fabo, che ha dovuto emigrare e pagare per trovare sollievo.

"Fabo è morto alle 11.40. Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo."
Marco Cappato.

21 feb 2017

Michele Emiliano e Don Abbondio

Ci sono personaggi, che hanno la straordinaria capacità di giocare tutti i ruoli, fossero dei giocatori di calcio, sarebbero ambitissimi dagli allenatori.
Ci sono illustri, o meglio notori, predecessori dell'Emiliano, che prima sfida Renzi, poi lo adula, poi si allea con gli altri due frondisti, poi li abbandona, poi ci ripensa, poi vorrebbe urlare il suo manifesto politico "armatevi e partite", poi non sa, alcuni con un loro profilo altamente drammatico, altri farseschi; ecco starei sui farseschi sovvenendomi prepotentemente don Abbondio.
Don Abbondio quindi, un prete che è il simbolo dell'Italia, pavida ma tetragona che non cambia, non rischia mai, non tramonta mai, ma che sotto la vigliaccheria è in realtà forte nel suo immobilismo, sempre dalla parte del più forte ma prudentemente nelle retrovie.
Don Abbondio che nella società dei media si espone di più ma che non rischia mai nulla, il posto in caldo in magistratura (aspettativa, mica siam scemi da esserci dimessi...), e poi 10 anni da sindaco di Bari, e ora la Regione Puglia, che se poi dovesse andar male si torna in magistratura tranquilli come il sole, e che se poi ancora conviene e ci son possibilità di imporsi sullo Speranza e sul Rossi magari si esce, o che se il padrone per restare in casa getta un ossetto succulento, allora si rimane, beh insomma caro elettore PD non crederai ancora che si sia al tuo servizio e si facciano le cose per idealità e altruismo...

Leonardo Sciascia su Don Abbondio

"« don Abbondio è forte, è il più forte di tutti, è colui che effettualmente vince, è colui per il quale veramente il “lieto fine” del romanzo è un “lieto fine”. Il suo sistema è un sistema di servitù volontaria: non semplicemente accettato, ma scelto e perseguito da una posizione di forza, da una posizione di indipendenza, qual era quella di un prete nella Lombardia spagnola del secolo XVII. Un sistema perfetto, tetragono, inattaccabile. Tutto vi si spezza contro. L’uomo del Guicciardini, l’uomo del “particulare” contro cui tuonò il De Sanctis, perviene con don Abbondio alla sua miserevole ma duratura apoteosi. Ed è dietro questa sua apoteosi, in funzione della sua apoteosi, che Manzoni delinea – accorato, ansioso, ammonitore – un disperato ritratto delle cose d’Italia: l’Italia delle grida, l’Italia dei padri provinciali e dei conte-zio, l’Italia dei Ferrer italiani dal doppio linguaggio, l’Italia della mafia, degli azzeccagarbugli, degli sbirri che portan rispetto ai prepotenti, delle coscienze che facilmente si acquietano… »

I Taxi e i tassisti, insopportabili e morituri per colpa loro

I Taxi e la protesta dei tassisti, sono uno spettacolo da terzo mondo, vogliono farsi garantire da una regola, non hanno capito un cazzo.
Una regola per fermare il tempo. La categoria non è nuova all'uso dello squadrismo per salvare i propri particolari interessi. Eppure dovrebbero essere concessionari di una pubblica licenza, e il fatto che ne abbiano fatto mercimonio comprandola e vendendola privatamente se da un lato li può danneggiare in un mercato liberalizzato dall'altro a suo tempo diede luogo a ingiustificati guadagni - approfittarsi dell'assenza della  legge e del fatto che la privatizzazione di un bene pubblico non sia mai stata perseguita, non li giustifica.
Sul breve troveranno il politico di turno che li appoggerà, è accaduto in un passato prossimo con l'elezione di Alemanno a sindaco di Roma, il cui appoggio seppero ringraziare facendo il saluto romano sulle scale del Campidoglio, ora sarà il turno dei 5stelle a Sud e della Lega probabilmente al Nord. E' solo questione di tempo, le regole non vi proteggeranno, non si son mai visti posti di lavoro salvaguardati a lungo dal rifiuto di una regola contro la concorrenza.
Invece di cercare protezioni, proponete cose nuove, nuovi servizi, nuove tariffe altrimenti sparirete, cancellati dal car sharing, uber o la yellow cab company (foste mai appetibili...), dai marziani, dai puffi motorizzati etc etc

17 feb 2017

Francesco Guccini - Canzone per Silvia

15 feb 2017

PD sub atomico

Mi chiedo dinanzi all'ennesima crisi della sinistra, anche dovesse rientrare all'ultimo momento non cambierebbe molto, ma davvero ci dividiamo ancora? Perchè? Ma davvero Emiliano si pone come alternativa a qualcosa, a qualcuno? Mi sembra un tribuno del sud, un novo Masaniello a campo di una banda di straccioni che corrono alla rivoluzione perchè gli offrono poi un bicchiere di vino e pane e cipolla.

E Rossi (governatore della Toscana,)? mi sembra il classico pisano che odia di odio dantesco il fiorentino, peccato che non sia una buona o sufficiente ragione per votare.

Bersani? Nonno Gigi è un brav'uomo ma sta bene a sparar cazzate con il tabarro, il toscano, il catarro, la bottiglia di Lambrusco in un circolo veterani, ex casa del popolo, in una notte buia e di nebbia nel classico paesino della bassa emiliana.

Il nipote del nonno? Il protetto Speranza? Semplicemente non c'è, è una barba con dietro niente che ogni tanto fanno finta di intervistare ed ascoltare in TV.

D'Alema? il bambinetto piccolo, stronzo, invidioso che portava a casa la palla quando non può più fare il capitano, l'arbitro e l'allenatore

Un'idea, un'idea basterebbe un'dea, quella e poi discuterla.